Il 19 Maggio a Milano si è tenuta la prima edizione del Rocket Science SEO, un evento unico nel suo genere dedicato a chi fa SEO di professione e vuole capire al meglio come funzionano i motori di ricerca, in primis IL motore di ricerca Google.
L’evento è stato organizzato da Enrico Altavilla, consulente di Search Marketing per SearchBrain e per citare un post di Simone Righini (che ho avuto modo di conoscere):
In Italia la SEO ha un nome e cognome: Enrico Altavilla!
Si è trattato di un evento “low ticket” ma allo stesso tempo ad “high content”, infatti tutti i relatori hanno portato interventi molto stimolanti riguardo il funzionamento di Google andando a spulciare i brevetti che quest’ultimo pubblica quando introduce nuove funzioni nel suo algoritmo.
Ma andiamo a vedere i vari interventi, uno ad uno, di cosa hanno parlato.
L’apertura dell’evento e l’introduzione all’IR e Google
Ad aprire le danze non poteva che essere il padrone di casa, Enrico, che dopo averci dato il suo benvenuto ci ha introdotto all’information retrieval, spiegando come Google si sia evoluto sotto questi aspetti, parlandoci di reti neurali, intelligenza artificiale e cosa dobbiamo aspettarci in futuro dal colosso di Mountain View.
Sin da subito si è potuta notare l’enorme competenza della materia e padronanza sul palco, si è passati poi al secondo intervento della giornata. Devo dire anche una persona molto simpatica 🙂
L’espansione delle query su Google
Il secondo intervento porta la firma di Emanuele Vaccari, consulente SEO con cui ho avuto di rapportarmi per la prima volta un paio di settimane fa per avere un punto di vista esterno su un progetto di un mio cliente.
L’intervento di Emanuele, come tutti gli altri, è stato di grande interesse, una presentazione ricca di spunti ed ho avuto modo di capire alcuni concetti di cui avevo sentito parlare ma che non avevo mai approfondito. Ci ha parlato di come Google faccia query expansion ovvero di una determinata query venga riformulata andando a restituire risultati che contengono termini non citati che ma hanno un peso contestuale/concettuale rispetto alla queri di partenza.
Si è parlato quindi di molte cose tra cui: TF-IDF, co-occorrenze, co-citazioni, di come il motore di ricerca stia approcciando questa tematica per il futuro portando esempi e casi concreti sulle SERP.
Tra entità (non paranormali) e knowledge graph
Torna di nuovo il momento di Enrico sul palco e ci spiega come Google costruisce la sua base dati concettuale, ovvero il knowledge base e come viene utilizzato all’interno del motore di ricerca. Scopriamo che le parole vengono trasformate in numeri, in vettori per l’esattezza, e che Google poi misura per capire se una pagina è attinente o meno ad una query. Conclude poi l’intervento parlandoci degli algoritmi Word2vec e RankBrain e nel mentre io rimanevo a bocca aperta per quante ne sapeva.
Alla fine del suo intervento ricordo la domanda di Simone Righini dove diceva pressapoco una cosa simile:“Ho fatto un test cambiando la composizione di una pagina web, cambiandone così il suo vettore, ma in SERP tutto è rimasto invariato, come mai?” e puntuale la risposta di Enrico non si è fatta aspettare, sottolineando un aspetto a fondamentale che chi fa SEO a mio avviso deve tenere sempre a monito, andando a memoria la risposta è stata:“I fattori di ranking sono di un paio di centinaia non è detto che cambiando solo il testo allora ci si debba aspettare dei miglioramenti o dei peggioramenti, visto che ad influire ci sono altri numerosi fattori”.
Novità sulla scrittura dei contenuti dopo Hummingbird e RankBrain
Continua la mattinata con un intervento stupendo di Giulia Rognoni e Paolo Amorosi, due ragazzi del team di ProWebConsulting hanno illustrato alcuni brevetti di Google rivolti alla restituzione dei risultati in SERP, facendo un’accurata analisi step by step. Il tutto è stato poi accompagnato da esempi concreti ed anche simpatici legati, portando quasi un vero e proprio case study sul palco.
Tra le varie cose che hanno detto ce n’è una su cui sono però d’accordo in parte ovvero che Google dopo Hummingbird e con RankBrain è sia indotto ad eliminare il paradigma “one page, one key” andando a penalizzare pesantemente le content farm, per le ragioni esposte durante l’intervento, tutto sommato in prima fila c’era il buon Salvatore Aranzulla e proprio alcuni giorni fa su Facebook, Giacomo Rutilli pubblicava quanto segue:
Questo rafforza ulteriormente la risposta che Enrico ha dato a Simone, e che quindi esistono fattori che esulano da quello che il search intent, le query e tutto il resto, riassumerei il tutto nel concetto di autorevolezza/autorità/brand. A mio avviso la regola “one page, one key” rimane in parte valida però ora un buon SEO deve avere un occhio di riguardo anche sull’intento della ricerca e non meramente alle parole che compongono la query.
Semantica e Google: LSA, LSI e LDA
Chiude la mattinata Enrico con un intervento dedicato all’analisi semantica dei testi. Anche in questo caso avevo approcciato questo tipo di analisi e con l’intervento di Enrico ho finalmente compreso di che cosa stiamo parlando, o almeno credo :D. Sono sempre stato un fans della semantica, quando ci fu lo “stellissimo” SEO contest, una delle prime cose che cercai di fare era di dare un significato semantico al termine che non ne aveva ed ho sempre basato il mio lavoro SEO sotto quest’ottica.
Grazie all’intervento di Enrico mi si sono accese alcune lampadine che non vedo l’ora di testare sul campo, essendo anche tecniche non proprio white hat ma neanche black, a mio avviso borderline al punto giusto per essere testate senza preoccupazioni.
Precisione e recupero dei documenti per una determinata query
Tornati dal pranzo c’è stato l’intervento di Martino Mosna, dove ci ha spiegato come Google lavori per definire il recupero di determinati documenti per una determinata query e come associ un grado di precisione quanto recuperato. Ci ha spiegato come Google lavora per restituire risultati nel caso in cui la query può essere espansa o meno, facendo anche una panoramica su quelli che sono i falsi positivi e negativi che possono capitare con le considerazioni SEO che tali azioni comportano.
Local SEO e segnali offline
Bellissimo intervento di Luca Bove che ci ha parlato di come alcuni segnali offline possono incidere sul posizionamento di una scheda Google My Business o comunque all’interno di una ricerca organica geolocalizzata. Una panoramica molto vasta e specifica allo stesso tempo che mi ha confermato che in Italia se l’argomento è la Local SEO il nome di riferimento è il suo.
Terminato l’intervento siamo rimasti tutti con un dubbio per una domanda (stupenda) arrivata da una ragazza del pubblico:“Si può considerare il QR code come un backlink offline?”
Panda e Penguin: non penalizzazioni ma sistemi di classificazione
Ritorna il momento del buon Enrico che fa una grandissima chiarezza riguardo i due temutissimi animaletti di big G, una panoramica che non fa altro che confermare che è un mostro sacro in grado di aprire le vedute con una semplicità assurda.
A.I. e comprensione del testo
Arriva poi il momento di Federico Sasso che prima ci ha chiarito ulteriormente il concetto di rete neurale e come queste vengano utilizzate per la comprensione del testo e di una query, facendo riferimento in particolar modo a Google Translate, facendo un’ampia panoramica di come il motore di ricerca si sia adoperato nel corso del tempo per migliorare questi aspetti e quali sono le aspettative per il futuro.
Dai quality rater ai feedback degli utenti
Chiude l’evento Enrico con l’ennesimo intervento magistrale che dona il lato umano al comun denominatore di tutto l’evento che è stato appunto l’information retrieval.
Come valutata la qualità dei risultati in SERP da parte del motore di ricerca? Questa è stata la domanda a cui ha risposto in chiusura dell’evento, argomentando il comportamento del motore di ricerca passando quindi per le persone in carne ed ossa (i quality rater) fino ai segnali dell’utenza e dal loro comportamento.
Considerazioni personali
Evento epico. Unico. Assolutamente imperdibile.
Ho avuto modo di conoscere seppur in maniera molto fugace alcune persone di cui sono amico virtualmente su Facebook, come: Michele Baldoni, Massimo Fattoretto, Davide Cobelli e come ha detto lui “dopo 15 anni” Simone Righini ;D
Peccato che non fossi nel pieno della forma in quanto ho preso un treno alle 6.00, svegliandomi alle 4.20 e andando a dormire all’1.30, la prossima volta mi organizzerò meglio.
Personalmente sono un SEO molto particolare, me ne rendo conto leggendo in rete le community, osservando gli altri consulenti e questo corso me lo ha confermato. Molti SEO infatti sono prettamente dei matematici/informatici e alle volte secondo me perdono di vista il lato artistico/creativo che è l’esatta antitesi della loro formazione, e come ben sappiamo poi la verità sta sempre nel mezzo.
Rinnovo quindi i miei complimenti, ringrazio Enrico, l’organizzazione e tutti i relatori per questo straordinario evento e ci vediamo sicuramente alla prossiama data.