Oggi voglio parlare di un’argomentazione molto importante per chiunque ha intentezione di vendere online, si tratta della realizzazione di articoli, che in gergo tecnico viene definito “content marketing”, ovvero il marketing basato sui contenuti.
Ogni quanto scrivere articoli per vendere online?
Una delle domande che sento più spesso è legata appunto alla frequenza di pubblicazione. Per quanto mi riguarda la risposta è molto semplice: “Scrivi quando hai qualcosa da dire”. Infatti c’è chi pubblica in maniera quasi obbligatoria articoli che però molte volte non dicono quasi nulla, anzi sono scritti solamente perchè si deve pubblicare qualcosa sul blog. A mio avviso scrivere di meno ma quando serve è la strategia è più produttiva per due motivi:
- Quando scrivi perchè hai qualcosa da dire, avrai molte cose su cui spaziare e argomenterai nel miglior modo possibile i tuoi contenuti.
- Quando scrivi solo quando serve, ti fa svolgere questa attività in maniera più fluida e senza alcuna forzatura, in questo modo ottimizzi i tempi e le risorse, io personalmente per scrivere un articolo tipo questo non impiego più di 15 minuti, ma perchè già so quello che voglio dire ed ho una mia metodologia di scrittura che ti esporrò nel prossimo paragrafo.
Come scrivere articoli per vendere online?
Scrivere articoli per vendere online deve tenere a monito tre cose per quest’ultimi:
- Devono essere reperibili sui motori di ricerca
- Devono dare valore all’utente che li legge
- Devono in qualche modo spingere l’utente verso una call to action ben chiara
Riguardo il primo punto la domanda che mi hanno fatto decine di volte è: “Quindi dove metto le parole chiave?” e la mia risposta a riguardo è sempre la stessa, ovvero: “Fregatene della parole chiave e scrivi per l’utente, le parole chiave le inserirai in maniera naturale, dove servono, senza nessuna forzatura, se invece ti focalizzi su densità e cose simili finirai per perdere di vista la comunicazione chiara verso il lettore, che è quello che veramente conta!”
Ovviamente trattandosi di articoli scritti sul web e non su un giornale cartaceo, ci sono alcuni metadati che bisogna compilare seguendo alcune accortezze, che possono in qualche modo favorire il posizionamento di un articolo per una determinata parola chiave. Anche un giusto uso della formattazione dell’ipertesto ha un suo valore all’interno della pagina, infatti abusare o non usare tag come ad esempio “strong” per il grassetto hanno un valore visivo sia per il lettore che per i motori di ricerca che gli daranno maggiore perso, non a caso il nome del tag usato per il grassetto in italiano significa proprio “forte”.
Io personalmente quando scrivo un articolo prima definisco il titolo, poi dopo aver scritto un primo paragrafo introduttivo scrivo i titoli dei sotto paragrafi che titolerò con H2, H3, H4, ecc (proprio come puoi vedere in questo articolo). Questo è utile sia per me che scrivo scrivo, infatti mi aiuta ad avere subito delle guide, sia per gli utenti che potranno avere subito un idea di cosa tratta il paragrafo e anche che per i motori di ricerca che danno un buon peso a queste testate.
Ovviamente un buon articolo deve portare del valore aggiunto, deve informare l’utente verso una determinata tematica, deve essere esaustivo e sviscerare ogni elemento di quest’ultima, in tal senso il miglior tipo di articoli che si possono sviluppare, sono quelli basati sul “How to …”, e solitamente si tratta di veri e propri evergreen al contrario di news momentanee su argomenti che possono trovare un grande interesse ma per un breve periodo di tempo.
Ma non basta essere reperibili e dare informazioni di valore, un buon articolo deve indurre l’utente all’azione, ad una sola azione, sia essa l’iscrizione ad una newsletter, l’acquisto di un prodotto, lasciare un commento o altro. La CTA potrà essere richiamata più di una volta all’interno di un articolo attraverso dei banner dedicati che in qualche modo interrompono la lettura che però può proseguire agevolmente scrollando la pagina, oppure se la call to action è sempre la stessa si può sfruttare la sidebar laterale lasciando fisso l’elemento allo scroll della pagina.
Come e dove distribuire gli articoli che abbiamo scritto?
Una volta realizzato l’articolo questo può essere distribuito su diversi canali, vediamo quali sono quelli principali e come si possono sfruttare al meglio:
- Newsletter, un classico, molti autoresponder permetto la creazione di blog broadcast, ovvero agganciando l’autoresponder al feed RSS del blog questo invierà automaticamente una mail agli iscritti ogni volta che verrà pubblicato un nuovo articolo. Personalmente non amo molto questo tipo di metodologia, preferisco prendere un abstrac o comunque una porzione dell’articolo e poi mettere il link per la lettura completa all’interno di una mail che scriverò io.
- Gruppi e pagine Facebook, Google+, Linkedin o un tweet su Twitter. Tutti quelli che per qualsiasi motivo non raggiungiamo tramite la newsletter ma che ci seguono sui social possono essere dirottati verso l’articolo semplicemente condividendo quest’ultimo su di essi.
- Social bookmarking, sono dei siti (ad esempio OkNotizie) in cui è possibile segnalare i propri post e quest’ultimi verranno pubblicati e potranno poi anche essere votati dagli utenti che prendo parte al sito.
- Nelle descrizioni dei video Youtube, Vimeo o simili. In questo campo infatti è possibile aggiungere dei link, quindi se nell’articolo abbiamo associato anche un video, ricordiamoci di inserire il link all’articolo nella descrizione del video.
- All’interno di ebook. Se abbiamo un ebook in vendita o scaricabile gratuitamente e vogliamo far approfondire determinate tematiche che abbiamo trattato in uno o più articoli si possono linkare come approfondimenti.
Concludo questo articolo dicendo che scrivere un articolo per vendere online non è facile, i fattori che influenzano una vendita sono numerosi e difficilmente un utente acquista subito, leggendo un solo articolo, ma se il sito è ricco di contenuti allora le probabilità aumentano, perchè se avete scritto molto materiale utile che vi afferma come opinion leader di quella nicchia l’incentivo all’acquisto è sicuramente maggiore, inoltre se avete modo di aggiungere testimonianze dirette e reali di vostri clienti e case history pratici questo darà sicuramente man forte alla persuasione per la vendita, ma di queste due argomentazioni parleremo in un altro articolo.